La land art ha origine negli Stati Uniti negli anni ’60, un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali, in cui l’arte si presenta come un mezzo per criticare il sistema tradizionale delle gallerie e dei musei, che sembravano troppo lontani dalla vita reale. In questo contesto, la land art si presenta come un’alternativa, una forma di arte che nasce all’aria aperta, che si rapporta direttamente con la natura e che può essere fruita da tutti, senza limitazioni di spazio e di tempo.
La land art è arte fatta con e nella natura. Abbandonati i confini della tela e della scultura e uscendo dalla cornice stessa del museo, le opere artistiche iniziano a essere composte direttamente nel paesaggio, in formato macroscopico e con l’utilizzo di materiali ed elementi naturali. L’idea è che l’artista lasci sulla terra una propria impronta, spesso effimera come lo è il paesaggio, il quale continuamente muta sotto la spinta degli agenti atmosferici. In questo modo l’uomo riconosce se stesso come parte della terra ma, allo stesso tempo, ammette la propria piccolezza.
Gli artisti che hanno contribuito alla nascita della land art, tra cui Robert Smithson, Michael Heizer e Walter De Maria, hanno fatto del paesaggio naturale ed urbano non solo il contesto dell’opera ma l’opera stessa, realizzando su e attraverso di esso interventi a varia scala e invasività.
Caratteristiche della land art ed esempi
Una delle caratteristiche principali della land art è la sua effimerità. Le opere, infatti, sono spesso realizzate con materiali naturali che possono essere facilmente distrutti dal vento, dalla pioggia o dal sole. In questo modo, la land art si presenta come un’arte che vive solo per un breve periodo di tempo.
Le tecniche utilizzate nella land art sono molteplici e variano in base al luogo e al materiale utilizzato. Alcuni artisti creano sculture con pietre, tronchi o rami, mentre altri utilizzano la sabbia o la neve per creare forme geometriche e simmetriche.
Robert Smithson è stato il più riconoscibile tra gli esponenti internazionali della land art. Spiral Jetty del 1970 (nell’immagine di copertina) è probabilmente la sua opera più famosa. Ubicata sulla riva del Gran Lago Salato vicino a Rozel Point nello Utah, ci sono volute 6500 tonnellate di balsalto, terra e sale per portarla a termine. Si tratta di una spirale in senso antiorario fatta di rocce basaltiche locali e fango. Oltre ad essere un simbolo primordiale, evocativo dei primi processi di vita, la spirale fa riferimento a specifici aspetti del lago, ricordando i gorghi d’acqua o la forma dei cristalli di sale.
Tra i land artist più noti è impossibile non citare Christo e le sue The Floating Piers, le passerelle temporanee apparse sul Lago d’Iseo nell’estate del 2016.
In Sicilia, invece, si trova uno dei più celebri interventi di land art italiana. Si tratta del Cretto di Burri, un enorme labirinto di macerie e cemento ricopre una collina rasa al suolo da un terremoto. L’opera è nata negli anni ’80 dal genio dell’omonimo artista umbro, Alberto Burri.