autocostruzione Guizza

G124: il rilancio della periferia di Padova passa dal crowdfunding!


Una firma d’eccezione, un progetto che nasce dal basso, una comunità locale che, grazie al crowdfunding, diventa protagonista del cambiamento. Ecco la formula di G124 per il primo parco post Covid in Italia, progetto di riqualificazione della periferia di Padova.

Il foglio bianco è il Parco dei Salici, un’area verde di 30mila metri quadri che sorge al limitare della città, nel quartiere Guizza. È qui che i ragazzi di G124, il gruppo di lavoro dell’architetto Renzo Piano per la rigenerazione delle periferie, hanno dato forma ad un’idea unica: costruire un salotto vegetale da 167 alberi insieme alla cittadinanza, trasformando i tutori delle nuove piante in panchine a prova di distanziamento fisico

Attraverso la campagna di crowdfunding civico lanciata su PlanBee, gli abitanti della Guizza hanno preso parte da subito alla realizzazione del progetto. Con una donazione di 25 euro, ognuno ha potuto adottare un albero e partecipare alla costruzione del suo tutore. In meno di tre settimane la campagna ha raggiunto l’obiettivo e i cittadini entusiasti si sono presentati, attrezzi alla mano, alle due giornate di autocostruzione.

I 167 tutori, su cui ognuno ha inciso il proprio nome o una dedica, sono adesso in magazzino in attesa di riprendere il proprio posto in autunno, quando verranno piantumati i nuovi alberi. Carpini, frassini e aceri abbracceranno una radura ovale in cui prenderanno vita concerti, letture e dibattiti. Con questo progetto torneranno a fiorire non solo il Parco dei Salici, ma anche le relazioni sociali e tutto il quartiere della Guizza. 

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Per la nostra rubrica #ImpegnatiAMigliorare abbiamo intervistato Debora Formentin e Maria Francesca Lui del team G124.

Qual è la mission di G124? Come l’avete interpretata nel vostro lavoro sul quartiere Guizza?

La mission di G124 è rigenerare le periferie urbane tramite progetti che inneschino scintille di cambiamento. L’intervento in Guizza si inserisce in un’area periferica con pochi spazi aggregativi. Si intende coinvolgere attivamente la popolazione nel dare una nuova identità ad un parco pubblico sottoutilizzato attivando dinamiche virtuose che generino buoni motivi per incontrarsi. Nel vostro progetto il coinvolgimento della comunità locale è stato centrale

Che ruolo ha avuto la campagna di crowdfunding? Qual è stato il suo valore aggiunto? 

La campagna di crowdfunding ci ha permesso di creare un legame diretto tra le persone e l’intervento prima ancora che questo prendesse concretamente vita. L’“adottare” parte del progetto tramite la campagna su PlanBee identifica i custodi del parco che sarà, creando l’affezione di cui abbiamo bisogno.

Crowdfunding e architettura sono una formula vincente per la città del futuro?

La città di Padova aveva già visto nella sua storia una forma di crowdfunding ante litteram, nel XVIII secolo quando Andrea Memmo realizza Prato della Valle chiede una partecipazione diretta dei cittadini, questi finanziano non solo le statue che circondano la piazza ma anche un intero settore dell’anello permettendogli di creare la grande piazza presente ancora oggi. Ieri, oggi e domani crowdfunding e architettura possono essere una formula vincente perchè partendo dal basso permettono di realizzare progetti in cui la popolazione creda veramente.

 


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