bosco caffarella

Nel Bosco Caffarella i bambini si riprendono il tempo


Un luogo magico, senza mura, dove il tempo si ferma: Bosco Caffarella è un asilo molto speciale che sorge in uno dei parchi più belli della Capitale.

Qui i bambini crescono a contatto diretto con la Natura, imparando a conoscerla e adattandosi ai suoi ritmi. In questo angolo di campagna nel cuore della più grande metropoli italiana, trovano spazio l’attesa, la lentezza, il silenzio, l’ozio.

Eccoci alla seconda tappa alla scoperta della scuola green! Per la rubrica #LaNaturaFaScuola è con noi Francesca Lepori, pedagogista e fondatrice del progetto che ci racconta le giornate nel Bosco Caffarella, fra scoperte di oggi e sogni per domani.

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Fare didattica in Natura significa anche adottarne i ritmi. Come descriveresti il vostro rapporto con la dimensione tempo?

Quanto mi piace questa domanda! Immagina tra le 7 e le 9 cosa succede nelle case di tante famiglie. Sono le 2 ore più faticose della giornata e soprattutto hanno ripercussioni sulle successive. Bimbi da svegliare e preparare in poco tempo, ognuno con le proprie necessità, l’ansia della campanella che dura pochi secondi ma che ha un potere incredibile, per non parlare del badge da timbrare il prima possibile. Traffico per le strade, macchine in doppia fila. Stop, rewind!

A Bosco Caffarella si arriva tra le 8.30 e le 10. L’elasticità è importante. Capita a volte che i bimbi arrivino tutti sul presto o tutti sul tardi, come se seguissero inconsapevolmente un ritmo naturale. Chiediamo innanzi tutto ai genitori di seguire i loro ritmi. Questo semplice gesto ha grandi vantaggi. Un pegagogista che amiamo tanto è Gianfranco Zavalloni, che ha scritto un libro bellissimo “La pedagogia della Lumaca” e parla di quanto sia importante il tempo e l‘attesa. C’è chi sboccia prima e chi dopo, ma tutti fioriscono! A noi piace tanto il tempo dell’essere più che del fare.  Facciamo tanto, ma quando i bimbi si fermano ad osservare una casa delle formiche, ad ascoltare il fruscio delle foglie o a guardare il ruscello che scorre, questo è il tempo dell’essere, e rimane nella loro memoria per tutta la vita.

Un altro riferimento importanti per noi sono i Diritti Naturali dei bambini e delle bambine di Gianfranco Zavalloni: il diritto all’ozio, a sporcarsi, agli odori, al dialogo, all’uso delle mani, ad un buon inizio, alla strada, al selvaggio, al silenzio, alle sfumature.

Tempo di riflessione per noi adulti… Tempo di crescita per tutti!

Qual è la giornata tipo nel Bosco Caffarella?

Si arriva con calma, tra le 8.30 e le 10. Si riprende contatto con il posto e gli amici, alle 10 facciamo un cerchio di buongiorno e chiacchiere. Poi iniziamo le attività, a volte proposte da noi, spesso dai bimbi. Spesso legate al luogo. Il parco della Caffarella è un posto meraviglioso e ogni esplorazione è un’avventura. Si dipinge, si costruisce, si scava, ci si arrampica, si coltiva. Si fa scuola!

Quali sono i vostri progetti per il futuro? E il vostro sogno nel cassetto?

Continuare e crescere al meglio. Vorremmo costruire un semensario e migliorare l’orto. Ci vorrebbe un’aula didattica all’aperto e poi il desiderio dei desideri è una grande cargo bike, per percorrere i 200 ettari meravigliosi del Parco della Caffarella.

 


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