Creare comunità e valorizzare il patrimonio culturale del quartiere. Questi gli obiettivi di Tor Più Bella, l’associazione di rigenerazione urbana e sociale al servizio della comunità di Tor Bella Monaca, a Roma, primo protagonista della nostra rubrica #ImpegnatiAMigliorare. Da circa 2 anni questa realtà agisce spontaneamente sul territorio, credendo nella bellezza come catalizzatore dell’impegno collettivo (come il nome stesso suggerisce).
Liberare strade e parchi da rifiuti, degrado e indifferenza comporta un grande sforzo di mobilitazione e sensibilizzazione della cittadinanza: ognuno offre il suo contributo a Tor Più Bella, mettendo in condivisione le proprie capacità, come se ad operare fosse un hub di talenti.
I protagonisti di questa rinascita sono un gruppo di residenti a Tor Bella Monaca, che hanno deciso di attivarsi in prima persona per migliorare la qualità della vita nel quartiere, iniziando con piccoli interventi di cura degli spazi verdi e degli arredi urbani. Un impegno che si è concretizzato in attività di varia natura per ridare nome e dignità agli spazi e raccontarne l’altra faccia, come avvenuto con ‘Punto d’Incontro‘ e ‘SlotMob‘, momenti di confronto e aggregazione costruttiva.
Fulcro di molte delle attività di rigenerazione è l’area tra via Gabina e Via dell’Archeologia, area simbolo del grande potenziale del patrimonio storico e culturale da anni trascurato nella zona. Anche se potrebbe sembrare difficile da credere, il luogo in cui oggi si innalzano le torri, circa 2000 anni fa, quindi in epoca romana, faceva da scenario a ville, città, acquedotti e battaglie epocali.
La Regina Viarum del VI Municipio è una delle radici dalle quali Tor Bella Monaca può tornare a fiorire. E questo è l’obiettivo che i “Tor Più Belli”, come amano definirsi, perseguono con ‘Scintilla‘ e ‘Notti InSogni‘: far riemergere una storia che terra, rifiuti e incuria avevano coperto, per rivelarla prima di tutto ai residenti. Proprio questo è stato lo spirito con cui si è organizzata la visita guidata del quartiere con il Museo APR – Archeologia Per Roma.
Cambiare è possibile, ma solo partecipando. E per partecipare è necessario conoscere e far conoscere i luoghi, imparare ad amarli ed essere consapevoli delle loro potenzialità. Andrea Colafranceschi e Matteo Gasbarri, due dei fondatori di Tor Più Bella, ci hanno raccontato come ci stanno riuscendo.
Come nasce Tor Più Bella, con quali obiettivi opera e perché un’iniziativa del genere viene svolta proprio nel contesto di Tor Bella Monaca?
Tor Più Bella nasce il 30 Dicembre del 2014 quando una torre di 14 piani di via Santa Rita da Cascia rimane al buio per un black out. In quel momento un gruppetto di donne, in particolare Tiziana, Antonietta ed Anna, si accorge del degrado in cui si trovava la torre in cui abitavano. Topi che continuamente giravano indisturbati, cantine piene di rifiuti accatastati, una centralina elettrica non sicura. E così nei mesi successivi iniziano a vedersi e decidono di custodire gli spazi comuni per permettere agli abitanti, e quindi a loro stesse, di poterci vivere dignitosamente.
Fino a quel momento Tiziana e Antonietta erano indifferenti l’una all’altra, nonostante fossero vicine di casa, ma il lavoro comune le ha fatte diventare amiche inseparabili. Già in questa prima parte di storia si leggono diversi spunti sul quartiere di Tor Bella Monaca in cui l’associazione opera: un’alta percezione di insicurezza dovuta al degrado degli spazi comuni e pubblici, che porta le persone a sentirsi al riparo soltanto quando tutta la famiglia è dietro la porta di casa, e una forte solitudine che Tiziana, Anna e Antonietta hanno incontrato, ascoltando le storie di chi abita nello stesso palazzo. Le 3 donne, aiutate da altre persone del palazzo, decidono di farsi conoscere realizzando una pagina su Facebook con cui promuovere le proprie iniziative.
Da quel momento un gruppo di ragazzi, tra cui noi due, vedendo un’esperienza spontanea e genuina decide di dare una mano. E così, quel comitato di cittadini si è trasformato ad inizio 2016 in Tor Più Bella. Un’associazione che cerca di trovare la Bellezza in un quartiere molto noto nelle cronache locali per lo spaccio e il degrado delle case popolari, ritenendo che una relazione affettiva col territorio spinga le persone ad impegnarsi per custodirlo e cambiarlo in meglio.
Come vi siete mossi per stimolare la partecipazione civica degli abitanti della zona? Ad oggi, quante persone sono state coinvolte e quali risultati avete ottenuto? Avete mai pensato di affidarvi al crowdfunding come strumento di reperimento di fondi?
Nel corso dei mesi abbiamo svolto diverse attività. La nostra prima iniziativa è stata Punto d’Incontro, ancora oggi attiva, un semplice appuntamento settimanale che riunisce gli abitanti del palazzo. Nel primo semestre del 2016 siamo stati supportati da un’associazione di psicologi, Atèpsy, che ha moderato gli incontri permettendo di far emergere storie, ansie di vita quotidiana e solitudine.
Abbiamo realizzato una rassegna di cultura politica che si chiama NottInSogni, sei occasioni in cui parlare dei problemi che affliggono il quartiere e che garantiscono notti insonni, per sognare un quartiere diverso e realizzarlo. Azzardo, disagio economico, dispersione scolastica, ma anche degrado dei beni comuni che è la sfida continua delle nostre attività. Iniziative serali che, ad eccezione dello SlotMob e della visita guidata tra antico e contemporaneo che si sono svolti di mattina, sono state volte a realizzare un sogno collettivo seguito da un agire collettivo.
Altre importanti iniziative sono quelle di decoro degli spazi comuni, come il Parco di Via Cigola, che ha uno dei primi impianti di fitodepurazione in Italia e che però non è più in funzione da 10 anni: tre laghetti con tartarughe e pesci e una vegetazione fitta che potrebbero essere un luogo di ritrovo importante nel quartiere. Poi la Via Gabina, un’antica via che connetteva la città di Roma con Gabii, distante da Tor Bella Monaca meno di 10 km, un luogo importante su cui abbiamo una serie di progetti in cantiere, tra cui le visite guidate. In ultimo le varie feste di Natale, Carnevale, organizzate per le vie del quartiere.
Sono iniziative che mirano a stimolare la partecipazione attiva rivolta a particolari aree, indicandole come luoghi di bellezza da strappare al degrado. Con queste iniziative abbiamo coinvolto molte persone e pian pian stiamo cercando di ricreare un tessuto sociale dilaniato da anni di incuria ed abbandono. Al momento tutte le nostre attività sono totalmente autofinanziate: abbiamo ricevuto l’aiuto di due sponsor solo durante l’organizzazione di NottiInSogni, dal momento che le spese connesse alla pulizia totale del parco diventavano per noi insostenibili.
Per quanto riguarda il crowdfunding: pensiamo sia uno strumento utile sia per il finanziamento di un dato progetto, sia per un effettivo coinvolgimento delle persone, ma fino ad ora non abbiamo avuto l’opportunità di tentare questa strada.
Quali sono i rapporti con altre associazioni simili alla vostra? Ci sono altre realtà che dovremmo conoscere?
Nel nostro quartiere ci sono diverse realtà associative con cui abbiamo collaborato sin dalla nostra fondazione. Come dicevamo, il nostro intento è quello di fare comunità, quindi il coinvolgimento di altre realtà già presenti sul territorio diventa fondamentale. Durante questi due anni abbiamo organizzato attività con CuboLibro, El CheNtro Sociale, Associazione 21 luglio, CGIL-SPI, Aps Parnassus, Teatro di Tor Bella Monaca e tante altre.
Sicuramente un’esperienza importante che sta ripartendo in queste settimane riguarda il Polo Ex Fienile: si tratta appunto di un ex-fienile che è stato finalmente assegnato ad una rete di associazioni. Al suo interno sono presenti una sala danza, una sala prova, un teatro e un’area espositiva che permetteranno sicuramente di dare nuova linfa al quartiere!