San Gavino: la street art fa rigenerazione urbana in Sardegna


Murales e decoro urbano possono andare d’accordo? La risposta stavolta non arriva da New York o Tokyo, ma da San Gavino Monreale, in Sardegna, ed è un convinto sì!

Grazie all’Associazione Culturale Skizzo, e all’entusiasmo con cui la cittadinanza ha reagito al fenomeno e lo ha spinto dal basso, il paese è diventato la capitale italiana della street art.

Un muro alla volta, il collettivo interviene per riqualificare delle aree cittadine spente e dimenticate. Così si allontana anche l’ombra dello spopolamento del borgo da parte dei giovani.

Riccardo Pinna, Presidente Associazione Culturale Skizzo, ci racconta, in un nuovo episodio della nostra rubrica #ImpegnatiAMigliorare, cosa rende San Gavino un caso eccezionale di rigenerazione urbana.

1- Come nasce l’Associazione culturale Skizzo, con quali obiettivi opera e perché un’iniziativa del genere viene svolta proprio nel contesto di  San Gavino Monreale?

L’Associazione Culturale Skizzo nasce a San Gavino Monreale, principalmente per colmare un vuoto, quello lasciatoci da un amico venuto a mancare in giovane età. Questo può essere il fattore sfortunato, quello invece positivo è dato dal fatto che tra gli amici c’è anche Giorgio Casu, un’artista sangavinese che ha base a New York e lavora un po’ in giro per il mondo. Tutto inizia nel mese di agosto del 2013, quando Simone Farci (Skizzo) ci lascia a causa di un grave male che lo aveva colpito qualche anno prima. Nel mese di Novembre dello stesso anno, in occasione di quello che doveva esser il suo compleanno, il gruppo di amici decide di organizzare un piccolo memorial, a base di musica e cucina, le sue grandi passioni. Il successo è tanto, oltre ogni più rosea aspettativa e la manifestazione si conclude con un piccolo gruzzolo in attivo, a dimostrazione del fatto che le belle iniziative riscuotono ancora un buon risultato. A questo punto si pensa di dedicare un pensiero “ai vivi”, cioè di lasciare qualcosa di tangibile da dedicare a quelle persone che ancora popolano il nostro comune, soggetto purtroppo come tanti altri allo spopolamento e a un certo abbandono (inteso anche dal punto di vista del decoro urbano). L’idea iniziale di acquistare una panchina per gli anziani o uno scivolo per i bambini viene presto sostituita dalla possibilità di realizzare un bel murale sulla via principale del paese. Giorgio Casu torna in Sardegna per l’estate, si sceglie il muro e la piazzetta da abbellire e in qualche giorno il sogno si realizza. Un paese apatico e distratto si ritrova improvvisamente coinvolto e interessato a un fenomeno popolare e si strada, come il muralismo o street art. Per tutti i giorni della realizzazione e anche all’inaugurazione tutta la cittadinanza si ritrova unita ad aiutare e sostenere l’opera. Questo entusiasmo è stata la vera spinta, dal basso, che ha permesso di realizzare in meno di 4 anni circa 40 opere d’arte murarie di altissimo livello completamente finanziate da donazioni. Oggi siamo diventati una grossa realtà, riconosciuta a livello internazionale nel settore ma abbiamo ancora intenzione di crescere portando avanti il discorso dell’arte contemporanea che incontra il muralismo tradizionale sardo e sudamericano.

2 – Come vi siete mossi per stimolare la partecipazione civica degli abitanti della zona? Ad oggi, quante persone sono state coinvolte e quali risultati avete ottenuto? Avete mai pensato di affidarvi al crowdfunding come strumento di reperimento di fondi?

La partecipazione degli abitanti è stata da subito spontanea e grandiosa. La nostra comunità aveva bisogno di una scossa e nel nostro piccolo crediamo di averla data. Oggi si parla sempre più di cittadinanza attiva e di sussidiarietà orizzontale, siamo orgogliosi di far parte di questo paese. Chiunque ha voluto contribuire a modo suo, chi dandoci da bere e mangiare, chi regalandoci o prestandoci attrezzature, mettendo a disposizione muri o quanto avessero. Tante sono state le offerte raccolte tramite le cassettine e tramite i vari crowdfunding organizzati negli anni per poter raggiungere anche i sangavinesi emigrati ma che ci seguono con orgoglio dai social. Abbiamo ottenuto il risultato di aver ospitato muralisti di fama locale, nazionale e internazionale sviluppando quindi anche un interesse culturale. Il fenomeno ha scatenato una microeconomia sul territorio e per qualcuno è nata anche un’occasione di lavoro. Stiamo contribuendo a risvegliare nella popolazione l’interesse e l’amore per il proprio paese e per il territorio. Il nostro non è solo un fenomeno artistico ma anche di riqualificazione urbana. Negli anni abbiamo testato diverse piattaforme di crowdfunding, Kapipal, Produzioni dal Basso, Collettiamo, con risultati inizialmente entusiasmanti poi sempre meno, ma è normale, quando chiedi troppo. Ora stiamo puntando a un progetto più grosso e sappiamo bene come spingerlo sui social.
3 – Quali sono i rapporti con altre associazioni simili alla vostra? Ci sono altre realtà che dovremmo conoscere?

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