Olanda e Polonia sono le prime nazioni a dotarsi di piste ciclabili ‘glow in the dark’.
Dal bike path di Nuenen (Olanda) a quello più recente di Lidzbark Warminski (Polonia), entriamo nell’era delle piste ciclabili che si illuminano al buio: un ottimo compromesso tra sostenibilità e sicurezza stradale.
Scopriamo cosa si nasconde dietro a queste piste ciclabili da sogno che potrebbero anche rappresentare una soluzione al problema energetico delle città.
La prima pista ad essere installata è stata quella nata dal progetto dell’artista olandese Daan Roosegaarde, ispirata al dipinto ‘La Notte Stellata’ di Vincent Van Gogh, vicino ad Eindhoven in Olanda.
Lunga poco più di un chilometro, la prima pista ciclabile Glow in the Dark è stata installata poco meno di un anno fa (il 13 Novembre per l’esattezza, uno dei momenti chiave delle celebrazioni del 125esimo anniversario della morte dell’artista), puntando sulla tecnologia Light Emitting Diode.
L’illuminazione dell’asfalto è resa infatti possibile da migliaia di piccole pietre illuminate a LED ed alimentate ad energia solare, trattenuta durante il giorno e rilasciata col buio. Un luogo magico dove arte e tecnologia si incontrano in favore dell’ambiente e della sicurezza dei ciclisti.
L’altro esempio virtuoso è quello della Polonia: un percorso realizzato grazie a particelle fosforescenti capaci di ‘caricarsi’ alla luce del sole e di mantenere un effetto di luminescenza per circa dieci ore.
L’intento in questo caso è quello di trovare un compromesso tra i costi (più alti rispetto ai tradizionali asfalti utilizzati per la realizzazione di piste ciclabili) e la necessità di aumentare la sicurezza dei ciclisti nelle ore di buio.
La pista, costruita dal TPA Instytut Badań Technicznych Sp. z o.o e ispirata al lavoro dello Studio Roosegaarde, a differenza dell’esempio olandese che ricorreva alla tecnologia LED, non richiede generatori di elettricità esterni, abbassando così ulteriormente l’impatto sul territorio.