La stretegia di CSR delle aziende si arricchisce di un nuovo strumento: il crowdfunding civico.
Un mercato ancora ridotto, ma in forte crescita: le piattaforme rivolte al crowd, la folla, rappresentano un perfetto palcoscenico per iniziative corporate.
Il finanziamento di progetti per la comunità è, soprattutto per le imprese, un investimento efficiente in termini di visibilità e reputazione.

Quali sono i vantaggi della relazione tra crowdfunding civico e Corporate Social Responsibility? Un contatto diretto con la cittadinanza e la possibilità di investire nei progetti più sentiti e necessari. Sempre più spesso, le aziende impegnate nel disegno di una strategia di Responsabilità Sociale d’Impresa, scelgono di appoggiarsi ad una piattaforma di crowdfunding per sostenere progetti civici.
Un impegno verso la comunità, con iniziative dedicate a clienti, dipendenti o cittadini: ciò che fa la differenza è la possibilità di avvicinarsi al territorio e agire localmente. Il crowdfunding civico permette alle aziende di “schierarsi dalla parte” della gente: impegnandosi in cause che mobilitano la comunità, le imprese acquistano visibilità e creano engagement rispetto al brand. L’elenco di marchi celebri che hanno collaborato con piattaforme di crowdfunding va allungandosi, ad ulteriore conferma di quanti benefici le aziende si siano assicurate in termini di ritorno d’immagine e opportunità di marketing alternative.
La formula della campagna di crowdfunding come strumento di CSR pone al centro l’azione del contributo: non è più standard, ma studiata su misura per le necessità del territorio e indirizzata su cause locali. Questa è la direzione in cui spinge la collaborazione tra piattaforme e Responsabilità d’Impresa: quella della partecipazione aziendale in un processo di miglioramento delle città.
Sempre più aziende investono in Corporate Social Responsibility (CSR) e quindi in opere civiche con benefici per l’ambiente e la comunità. Secondo l’ultimo rapporto sull’impegno sociale delle aziende in Italia, curato dall’Osservatorio Socialis di Errepi Comunicazione in collaborazione con Swg, si tratta di un comparto economico da quasi un miliardo di euro l’anno.
Nel 2013, infatti, oltre il 73% delle imprese italiane con più di 80 dipendenti ha realizzato almeno un’iniziativa di carattere sociale con un valore degli investimenti globali di 920 milioni di euro. Tra i settori di intervento privilegiati spicca la salvaguardia dell’ambiente, a seguire il risparmio delle risorse e l’attenzione ai dipendenti. Anche a livello globale questo mercato ha un valore potenziale molto alto.
Secondo il report Giving in Numbers 2015 del CECP (Committee Encouraging Corporate Philanthropy), la somma dei contributi delle 271 aziende oggetto di analisi è di 18,5 miliardi di dollari, con una spesa media per azienda in azioni legate a tematiche ambientali di 410.700 dollari. Fanno parte di questo report 62 tra le prime 100 aziende nella Fortune 500. Ecco qualche numero:

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Lo scorso 4 Ottobre è nata la European Network of Corporate Responsibility and Sustainability Professionals, un’istituzione voluta dal CSR Manager Network. Per ora fanno parte di questa rete europea di professionisti della Responsabilità Sociale d’Impresa Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito. Gli scopi del network, che organizzerà incontri e webinar periodici, sono:
[button link=”” size=”small” icon=”fa-refresh” side=”left” target=”” color=”ffffff” textcolor=”f0b132″][/button] scambio di esperienze e conoscenze a livello continentale
[button link=”” size=”small” icon=”fa-refresh” side=”left” target=”” color=”ffffff” textcolor=”f0b132″][/button] acquisizione di maggior peso presso i decisori politici.
Il risultato di questa condivisione sarà la redazione di un Manifesto comune della professione CSR e la pubblicazione annuale di una ricerca a livello europeo sull’avanzamento dei temi caldi della sostenibilità aziendale. Insomma, i professionisti della CSR hanno deciso che è arrivato il momento di fare squadra!