Da una crisi possono nascere sempre nuove opportunità. E così a Cossila, frazione del comune di Biella, posta a 500 metri di altitudine, al rischio di chiusura di una scuola elementare si è risposto con l’avvio di un progetto di didattica sperimentale e innovativa che rilanciasse l’attività. Grazie al progetto di Crowdfunding, la scuola a Biella riparte!
L’edificio che ospita la scuola primaria è un ex convento ristrutturato durante l’estate del 1997: sorge in una posizione panoramica al centro della Valle Oropa ed è vicino al Parco della Burcina. Il fabbricato è immerso, dunque, in un ampio spazio verde.
Da questa peculiarità geografica, la direzione dell’istituto comprensivo ha trovato l’ispirazione per avviare delle classi in outdoor education. Vengono cioè proposte delle esperienze educative che valorizzino il rapporto costante tra bambini e natura.
Per svolgere al meglio queste attività, tuttavia, servirebbero: un’aula all’aperto che ripari bambini e maestre dal sole e dalla pioggia durante le lezioni frontali; un sistema di raccolta delle acque piovane per poter innaffiare gli orti che si trovano in posizione sopraelevata rispetto alla più vicina fonte irrigua.
Una seconda nuova opportunità
Ecco allora che si presenta la seconda opportunità. I giovani architetti di tre differenti studi di progettazione (AACM di Padova, HPO e PLAM di Ferrara) prendono a cuore la storia e decidono di collaborare per disegnare e realizzare una soluzione concreta per garantire un futuro a questa iniziativa.
L’idea progettuale parteciperà al concorso indetto dal prestigioso Premio di Architettura Federico Maggia e sarà finanziata attraverso un crowdfunding che coinvolgerà l’intera comunità biellese e i sostenitori che da tutta Italia vorranno contribuire a mantenere aperta una scuola elementare.
«Questo progetto ha lo scopo di unire architettura, pedagogia e ambiente, verso un nuovo modello educativo con la natura al centro. – spiegano i tre architetti Giacomo Schiavon, Rodolfo Morandi e Oreste Montinaro responsabili del crowdfunding – Tale scelta strategica fa si che ci sia un supporto alla didattica esistente con la possibilità di diffondere un nuovo modello architettonico-educativo basato sulla realizzazione di dispositivi che diventino cardine di una ricerca ampliabile ed esportabile ad altre scale ed in altri contesti».
Le due opere per la didattica in natura
Lavorando sull’immagine dello stato attuale, nella quale gli alunni per poter svolgere le attività all’esterno si riparano dal sole con l’aiuto di ombrelli, il progetto ragiona su moduli singoli composti da sedute coperte.
I singoli moduli ripetuti e disposti a raggiera, generano una struttura circolare, che supera il concetto di didattica frontale e favorisce lo scambio di idee ed il confronto tra gli alunni.
La struttura è studiata per garantire flessibilità. La sua configurazione circolare, che richiama i più antichi anfiteatri, permette anche di ospitare piccoli spettacoli ed essere “teatro” di momenti di gioco e svago.
La raccolta dell’acqua per gli orti didattici
Si vuole realizzare una struttura di supporto alle attività di orto didattico recentemente intraprese a scuola. Visitandola e parlando con i suoi abitanti è emerso come la distanza dell’allaccio idrico fosse la criticità su cui intervenire.
Verrà quindi progettato un serbatoio d’acqua piovana nel punto più alto del giardino. Sarà costituito da una vescica gonfiabile colorata, dotata di display per la visualizzazione di dati raccolti relativi all’elemento acqua.
L’elasticità di questo “pallone” permetterà dunque ai bambini di percepire l’ingresso e uscita dell’acqua tramite il suo gonfiarsi e sgonfiarsi, in relazione ai ritmi della pioggia. L’oggetto celebra la raccolta e l’uso dell’acqua per gli orti come un rito e rappresenta un punto di riferimento per la comunità degli alunni.