Il Plastic Overshoot Day globale del 5 settembre 2025 ha segnato una data simbolica: il giorno in cui la plastica prodotta ha superato la capacità della Terra di rigenerarla sostenibilmente. In termini pratici, si stima che 72 milioni di tonnellate di plastica finiranno dispersa nell’ambiente quest’anno.
Dati chiave sul consumo globale di plastica
- Ogni anno si producono oltre 460 milioni di tonnellate di plastica, di cui poco meno del 10% viene realizzata con materiali riciclati e solo il 9,5 % del totale riciclato, mentre il resto resta a base di combustibili fossili. (Fonte: The Guardian)
- Solo nel 2020, 83% della plastica prodotta (circa 360 milioni di tonnellate su 435 milioni) è diventata rifiuto, spesso destinato all’ambiente. (Fonte: OECD)
- In mare, dove sono particolarmente pericolosi, finiscono fino a 11 milioni di tonnellate all’anno, con le proiezioni che prevedono un triplicarsi entro il 2040 se non si interviene. (Fonte: Earth.Orgiere.org)
- Attualmente, si stima che più di 170 trilioni di pezzi di plastica galleggino negli oceani, una soglia in rapido aumento. (Fonte: CNN)
- A livello sanitario, la crisi plastica rappresenta un’emergenza economica e ambientale: l’impatto sulla salute umana è stimato in 1,5 trilioni di dollari all’anno, colpendo tutti, dai neonati agli anziani. (Fonte: The Guardian)

L’Italia e il consumo di plastica
Il consumo pro capite italiano si aggira sui 28 kg all’anno: una cifra che rappresenta un carico ambientale non indifferente. Questo eccesso colloca l’Italia in una situazione meno virtuosa rispetto a paesi come Germania o Francia, che raggiungono il Plastic Overshoot Day in date successive.

Plastic Waste Export: chi finisce nei Paesi in via di sviluppo?
Il problema della plastica non riguarda solo l’ambiente, ma anche la salute e l’economia globale. Oggi circa il 70% della popolazione mondiale vive in aree dove i rifiuti plastici superano le capacità di gestione, generando effetti devastanti. Le microplastiche, ormai presenti ovunque, sono state trovate nel sangue umano, nei polmoni e persino nelle placente, con implicazioni ancora poco conosciute ma preoccupanti per la salute.
A livello geografico, la responsabilità è concentrata: 12 Paesi producono il 60% della plastica mal gestita. Tra questi spiccano Cina, India, Stati Uniti, Brasile e Indonesia. La sola Cina genera circa il 25% dei rifiuti globali, mentre l’India, pur contribuendo “solo” al 5% della produzione, è tra i maggiori inquinatori a causa della cattiva gestione del 70% della sua plastica.

Un problema globale. Ma… come intervenire?
Il problema plastico non si risolve solo in casa. L’Unione Europea e il G7 chiedono riduzioni nella produzione, regolamentazione degli imballaggi e divieti mirati, ma gli ostacoli politici restano significativi. (Fonte: Le Monde.fr)
Di positivo, una coalizione di banche di sviluppo ha stanziato 3 miliardi di euro per progetti di gestione degli oceani e prevenzione dei rifiuti. (Fonte: Reuters)
Il ruolo strategico delle aziende: da consumo a impatto
E in tutto questo, che ruolo possono avere le aziende?
1. Promuovere l’economia circolare
Ridurre plastica monouso, investire in packaging rigenerabile, promuovere sistemi di riciclo avanzato.
2. Educare e coinvolgere alla sostenibilità
Sensibilizzare cittadini, dipendenti e stakeholder su consumo responsabile e spreco zero.
3. Mettere in campo progetti locali significativi
Aree verdi, orti e apicoltura educativa sono modi concreti per legare territorio, biodiversità e consapevolezza.

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Il Plastic Overshoot Day 2025 è l’allarme plastica acceso da anni: il Pianeta semplicemente non regge il volume di rifiuti che produciamo. Servono azioni reali, con numeri e progetti concreti. PlanBee guida le aziende verso questo cambiamento, trasformando responsabilità in soluzioni durature.

