L’azienda svedese Fjällräven ha deciso di puntare alla sostenibilità reinventando il suo iconico zaino Kånken in ottica green.
Partendo dall’impiego di 11 bottiglie di plastica trasformate in poliestere riciclato e poi in filato per lo zaino, il brand ha così utilizzato rifiuti provenienti direttamente dai centri di raccolta differenziata, in oggetti di uso comune dal ridotto impatto ambientale.
Il nuovo zaino, chiamato Re-Kånken, è (quasi del tutto) sostenibile: solo fibbie, bottoni e zip restano prodotti con materiali tradizionali, per ora. Nelle diverse fasi del ciclo di produzione si è cercato di ottimizzare anche il processo di tintura in modo da risparmiare acqua, limitare l’uso di agenti chimici e quello di energia su larga scala. Ecco il video di lancio del prodotto:
Re-Kånken di Fjällräven (azienda presente sul mercato, soprattutto Scandinavo, fin dal 1960), è solo l’ultimo dei suoi prodotti ad essere realizzato con un occhio di riguardo per l’ambiente e per la crescente sensibilità dei consumatori riguardo a questo genere di tematica.
Quest’innovativa azione di Corporate Social Responsibility (CSR) si unisce così alle altre iniziative intraprese dall’azienda per garantire un impatto più limitato possibile in termini di impronta ecologica, tra le quali la promessa di realizzare attrezzature di alta qualità al 100% tracciabili e libere da Perfluorocarburi, il miglioramento continuo dei processi di produzione, lo sforzo in termini di conservazione ambientale e le azioni a difesa di specie animali in via di estinzione come, appunto, la volpe artica da cui prendono il nome.
Da questo deriva quindi il loro motto: “Without nature we are nothing”. Anche Adidas ha risposto alla chiamata ‘ecologica’ con la sua collaborazione ‘Parley for the Oceans‘. Che sia finalmente giunto il momento di compiere buone azioni per il pianeta a partire da quello che indossiamo?
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LO SAPEVI?
Fjällräven non è l’unica azienda di moda che si sta impegnando con iniziative di Responsabilità Sociale d’Impresa e azioni volte a migliorare la propria sostenibilità.
Tra i brand più attivi in tal senso ricordiamo le inglesi Vivienne Westwood, celebre fin dagli anni ’70 per aver contribuito a creare lo stile Punk, oggi impegnata in prima linea con il suo progetto Climate Revolution, e Stella McCartney (figlia dell’ex componente dei The Beatles, Paul), che definisce la propria come un’azienda “vegetariana impegnata ad agire in modo responsabile, onesto e moderno”.
Come si legge da uno studio SDA Bocconi condotto da Erica Corbellini e Elisabetta Marafioti (rispettivamente lecturer e docente senior Area Strategia e Imprenditorialità), l’attenzione alla sostenibilità è sempre più condizione necessaria per assicurare il successo competitivo delle aziende di moda. In particolare: “Lo scenario post crisi del 2008 ha segnato un cambiamento profondo nelle attitudini di consumo dei beni di alta gamma. Il prodotto è tornato protagonista e il concetto di qualità non può prescindere da tracciabilità, denominazione d’origine, un’organizzazione del lavoro attenta ai bisogni delle persone e un ciclo di produzione-distribuzione rispettoso dell’ambiente. È cresciuta, nelle aziende di moda, l’attenzione alla Responsabilità Sociale d’Impresa […] diventata elemento integrante della value proposition aziendale e premessa del successo competitivo.” (leggi l’intero studio QUI)