Barilla è un’azienda nata a Parma nel 1877: con 29 siti produttivi (14 in Italia e 15 all’estero) ed un’esportazione capillare in più di 100 Paesi, si può definire oggi il leader mondiale nel mercato della pasta.
Ne è passato di grano sotto le macine da quando Pietro Barilla decise di aprire una piccola bottega di pane e pasta. La produzione – inizialmente fissata intorno ai 50 Kg di pasta al giorno – si attesta oggi a circa 1.800.000 tonnellate di prodotti alimentari, che vengono gustati ogni anno sulle tavole di tutto il mondo.
Abbiamo condotto un’analisi partendo dalla storia dell’azienda, dal suo codice etico e dal Rapporto 2016, al fine di individuare le strategie di Corporate Social Responsibility (CSR) che Barilla identifica come prioritarie nella sua mission. Ne estrapoliamo qui sotto i punti chiave.
Consultando i documenti condivisi online dall’Azienda, appare subito evidente non solo la ricerca di una maggiore sostenibilità a livello globale, ma anche la cura e l’attenzione per le persone e l’ambiente a livello locale. L’azienda chiama il suo modo di fare impresa “Buono per Te, Buono per il Pianeta“. Ma cosa vuol dire, in concreto?
“Buono per Te” è utilizzato per indicare un’offerta di prodotti buona, sicura ed equilibrata dal punto di vista nutrizionale. Barilla definisce bene la sua attenzione verso la persona, descrivendo le sue scelte in merito alla presenza di allergeni nei suoi prodotti (e al fenomeno della cross-contamination in fase di produzione), e l’obiettivo di miglioramento continuo in termini di efficacia ed efficienza di tutti i processi operativi, garantendo la sicurezza alimentare del consumatore mediante la tracciabilità interna di materie prime (prive di Organismi Geneticamente Modificati – OGM) e materiali di confezionamento (principio di Sustainable Packaging).
“Buono per il Pianeta” viene utilizzato per descrivere una produzione sostenibile e filiere che rispettino i Diritti della Terra e di tutti i soggetti coinvolti dal campo alla tavola. Barilla, ad esempio, tutela il benessere animale non effettuando alcun test con animali sui propri prodotti o sulle materie prime utilizzate che devono sottostare a rigorosi controlli di qualità, come avviene nel caso del grano.
“Un’impresa non è solo un’entità economica cementata da interessi, ma una comunità morale radicata nel suo territorio”: con queste parole, Pietro Barilla introduce inoltre il rapporto di fiducia presente tra le aziende e le comunità locali, che insieme agiscono per uno sviluppo condiviso. “Buono per le Comunità” sottintende quindi la collaborazione continua con i territori locali per favorire l’inclusione delle diversità, l’accesso al cibo e la promozione di scelte responsabili attraverso percorsi educativi: in un solo anno, ad esempio, la percentuale di donne in posizioni di leadership è cresciuta dal 28% al 35%, e le donne nel Global Talent Pool dal 32% al 41%. Diamo uno sguardo ai dati completi con le seguenti infografiche:
Infine, considerando la diretta correlazione tra le scelte che tutti noi compiamo quotidianamente in materia di cibo e nutrizione, e l’impatto che queste scelte hanno su ambiente, cambiamenti climatici, ecosistemi e diritti umani, è stata poi creata la Fondazione BCFN (Barilla Center for Food & Nutrition), un organo in grado di produrre contenuti di alto valore scientifico utili a informare e guidare le persone verso scelte quotidiane consapevoli in materia di cibo e nutrizione, salute e sostenibilità.
Le strategie di CSR come quelle attuate da Barilla illustrate finora, rappresentano un’ottima soluzione per ottenere grandi vantaggi in termini di reputazione, visibilità e percezione da parte gli stakeholder. L’utilizzo di uno strumento come il crowdfunding civico nella strategia di Responsabilità Sociale d’Impresa potrebbe rappresentare un ulteriore passo in avanti in questa direzione, poiché permetterebbe di coinvolgere direttamente i singoli individui, rendendoli parte attiva dell’impegno dell’azienda sul territorio.
Questo è un esempio di quello che PlanBee potrebbe fare per le aziende.